Dynamite, storia della violenza di classe in America

Dynamite

Storia della violenza di classe in America

di Louis Adamic

Pag. 360 € 18,00 12,60

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Il più vasto e il più violento movimento di lotte operaie nella storia dei paesi industriali è ancora pressoché sconosciuto nella sua complessità: una sanguinosa successione di brutalità e di terrore, di stragi e di esecuzioni, di attentati e di autentiche battaglie combattute con tutte le armi dai proletari e contro di essi, che ha sconvolto l’america dal 1870 al 1930. Questo libro scritto a caldo da un militante che ha vissuto le lotte ne offre una completa e articolata ricostruzione: il terrorismo dell’organizzazione segreta dei molly maguires contro i proprietari delle miniere della Pennsylvania negli anni ‘70, la bomba di Haymarket Square e il primo grande processo contro gli anarchici di Chicago, l’instaurarsi del racket nel sindacato (afl) ed i primi grossi scioperi contro le compagnie ferroviarie (Pullman) e dell’acciaio (Homestead), la violenza delle lotte dei minatori dell’ovest, l’apice dell’organizzazione militare IWW con gli scioperi dell’industria tessile a Lawrence e a Patterson e le battaglie itineranti per la libertà di parola dei wobblies, le azioni dell’ala radicale e terroristica del sindacato fino alla bomba contro il Times di Los Angeles. Infine la condanna di Sacco e Vanzetti e i legami del sindacato con il racket di al Capone.

Autore

Louis Adamic, partito negli Stati uniti dalla Iugoslavia all’età 14 anni è stato un autore profondamente sensibile alla questine dell’emigrazione, in particolar modo quella avvenuta agli inizi del ‘900 dall’Europa verso l’America. Nel 1934 scrisse la sua opera principale: Il ritorno dei nativi, un libro contro il regime di alessandro i in Jugoslavia. grazie a questo libro l’opinione pubblica americana seppe la reale situazione dei balcani. Durante la Seconda guerra mondiale tornò in Jugoslavia e sostenne il nob (armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia), contribuendo alla nascita della repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Dal 1949 fu corrispondente e membro del Sazu (Accademia Slovena delle Scienze e delle Arti) sino al suo ritorno in America, dove morì, afflitto dalla mancanza di salute, nel 1951.